giovedì 16 dicembre 2010

THE COMING OF AGE = SAPER FARE I CONTI CON L'ETÀ.

ho ascoltato qualche settimana fa e continuo ad ascoltare l'ultimo lavoro di Bryan Ferry, Olympia. è un disco bello, diversamente da tanti altri tentativi patetici di risvegliare il passato. diciamo che Bryan Ferry già di suo fa tuto, e sempre meno pena dei Sex Pistols o di Dalla e De Gregori quando tornano a cantare insieme. ed è buffo che un signore di mezza età mi convinca decisamente più di molte altre cose inglesi attuali ggiovani.

il leader del gruppo che ha invertito le chitarre del rock (e lui era etero!), che ha confermato l'esistenza (o ha sancito la nascita) dell'art rock, e che ha dato il giusto valore alle piume di struzzo (quelle di Brian Eno, presente anche in quest'ultimo disco) adesso ha molti più anni. ma li porta benissimo, ovunque voglia andare.


dice bene il sito della BBC
che la canzone più bella degli ultimi 30 anni di Bryan è qui, "Tender Is The Night". e a questa canzone in particolare io mi arrendo (oltre a "Heartache By Numbers" con gli Scissor Sisters, e "Shameless" con Groove Armada e U can Dance con DJ Hell che avevano fatto da apripista all'album).

mi torna in mente il verso (la promessa) di una poesia di Lou Reed che ogni tanto salta fuori a casa mia e mi ha fatto impazzire quando avevo 15 anni: "Invecchieremo con stile". "Allora è possibile" pensai e spero di avercela fatta.
il tempo può essere una sfida divertente, sa hai avuto una buona partenza >>>

RIDI RIDI.


ripenso alla compravendita di Parlamentari qualche giorno fa, all'umiliazione per il Paese, all'offesa definitiva verso la Politica (polis tuke, sorte della città).
e sono sempre più convinto che il degrado non sia un effetto indesiderato o uno spiacev incidente per l'attuale Presidente del Consiglio. è l'Obiettivo Numero Uno.
come per un Direttore di Circo distruggere il senso comune del pubblivo, e abbassare il livello dello spettacolo, allarga l'audience e diminuisce le pretese del pubblico.

"signore e signori! ecco la donna che fabbrica i diplomi! ecco il traditore che ride! e chissà domani, arriva l'omofoba col cilicio! proprio lei, quella che odia i culatoni, difende il morto vivente e offende il vivo morente! eletta per ricatto dell'Opus Dei coi voti della sinistra! spiego il termine sinistra: siccome l'intrattenimento era meno importante della politica mi ha lasciato le televisioni, anzi mi venduto lo Zelig con un tot numero di comici. nel tempo libero dal governo, la sinistra legge libri di D'Alema o tutti gli Einaudi, anche questi pubblicati da me Presidente del Consiglio)"

forse perché siamo circondati e governati dalla bugia tanto evidente a The Guardian (foto sopra) è venuta la buffa idea del pupazzetto Playmobil.
a te ti fa ridere quest'Italia che fa ridere?

martedì 14 dicembre 2010

LA CARA OCULTA DE LA PLUMA.

C'è una canzone de la Prohibida che mi fa impazzire: "Terechkowa". E' dedicata a Valentina l'astronauta russa pioniera. Descrive à la Kubrick di quel che si prova a finire persi nello spazio, el espacio exterior come dicono in spagnolo, ancor più se mentre viaggi oltre Plutone dalla stazione sulla Terra qualcuno ti chiede come va, se è vero che senti la mancanza della gravità, se la solitudine è amara...
Il viaggio tra le stelle e i pianeti diventa - secondo un procedimento metaforico già consolidato - una riflessione sul rapporto con gli altri, e la voce encantadora della cantante ti aiuta a perderti e riflettere. A un certo punto la bionda canta "la cara oculta de la luna quiere verte despegar" (la faccia oscura della luna vuole vederti decollare) e io per la mia solita attitudine al fraintendimento creativo (quanti titoli pubblicitari o anche semplici boutade mi sono venute in mente così) capisco "La cara oculta de la pluma".
La "pluma" è un modo di dire spagnolo difficile da tradurre: è l'effeminatezza, quell'atteggiamento inequivocabile che ti fa dire di un uomo "non può essere che gay" o meglio ancora che ti fa commentare "uè, bella", un po' per sfottere e un po' per complicità. I gay più virili infatti "no tienen pluma", non vogliono proprio avere quel difetto che secondo loro ti rende ridicolo agli occhi del mondo.
Ma già solo l'esibizione della Prohibida, e di quegli attori che da quando il teatro esiste confondono sapientemente i generi e impersonano la donna, per diventare un po' sorpresa spettacolare, un po' critica e grande valorizzazione dell'altro sesso ...ti fanno pensare che questa critica ...che in poche parole è paura delle checche... è inutile, infondata, dettata dalla paura dello scuorno sociale.

Io mi domando ossia cosa si svegli nel desiderio per le persone del proprio sesso, grazie anche alla disapprovazione di parte della società o della famiglia. Cosa si sveglia? C'è un lato magico cui attingiamo, e non riguarda solo noi? E questo, inutile negarlo è rappresentato in modo battegliero da Amapola Lopez (nome civile dell'astronauta qui fotografata) come dai Legnanesi.
E io non ho "pluma" evidente, ma ne sono un estimatore. Anzi, mi arrabbio con chi giudica la femminilità esibita un disvalore, penso che sia omofobia introiettata. Credo che la confusione giocosa delle carte in tavola può cambiare il risultato e dare frutti inaspettati, secondo processi o associazioni non sempre intelleggibili perché giochiamo con l'immaginario, con il simbolico.
Questa è una ricerca molto più ricca e vivace in Spagna, che ha una tradizione consolidata di teatro en travesti. Più difficile da capire qui negli anni del bunga bunga, dove sembra normale che la femmina che diventa escort o schiava, e la sessuofobia è un'erbaccia che attecchisce sempre venendo seminata appositamente e concimata dal Vaticano.
Ma la diffidenza verso la pluma c'è in tutto il mondo (specie nelle religioni monoteiste e diocratico/manganellatrici); fa leva e mette radici nella paura o nella diffidenza verso il femminile. Dunque sei travestito o anche se solo schecchi sei una mezza donna, e vuoi il maschio. Ma no, ma no. Anche l'indovino Tiresia dell'antichità, cantavano i Genesis di Peter Gabriel trasformato in donna diventava veggente e poteva dire che si provava 9 volte più piacere che da uomo. E' il gioco dello specchio, e anche meglio di quello di Narciso che muore affogato per rincorrere la propria immagine.

E' il semaforo arancione della vita, ed è una personificazione sublime del camp, altro vocabolo intraducibile, quell'umorismo paradossale e surreale che riabilita l'apparente stupidità per ridimensionare le cose con un sorriso. Come ha detto Philip Core, e ha riassunto nel titolo in meno di 10 parole (complimenti per l'eternità): "CAMP: The Lie That Tells The Truth".


Il camp è la bugia che dice la verità. Trasmettono qualcosa che tanto incongruente non è, dalla faccia nascosta della luna.

lunedì 13 dicembre 2010

LA BANCA DELL'AMORE NEGATO.

si dice che la pornografia è il sesso degli altri: effettivamente c'è del vero. ai nostri occhi risulta indecente o volgare semplicemente quello cui non siamo abituati . però si dice anche che quando sei a Roma devi fare come i romani: ma non sei obbligato, se non rientra nei tuoi gusti e nel tuo stile. per tentare un compromesso, capovolgiamo in affermativo l'insegnamento civico base ricevuto da bambini "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". diventa "rispetta gli altri come vuoi essere rispettato tu".

certamente internet cambia completamente e per sempre la percezione che abbiamo della vita. la prima cosa che ho fatto io 20 anni fa è stato cercare "Kahimi Karie" e subito mi torna in dopo "Yma Sumac", ossia 2 cantanti semisconosciute nel villaggio Italia che ho così scoperto essere icone mondiali. non ero più l'eccentrico del villaggio.
comportamenti che sembrano di minoranza assoluta, diventano correnti di pensiero.

in tutti i campi il web ridefinisce i pesi, sposta l'idea di normalità stessa e di lecito/illecito: il caso Wikileaks serve da esempio per tutti.
certo la ragnatela e l'immagine del genere umano che offrono Wikipedia, YouTube, Facebook sa di minimo comun denominatore. ma dà anche punte di eccellenza, ed è soprattutto molto verosimile: il web è un po' Robin Hood, un po' avvocato delle cause perse, un po' Giudizio Universale. e bisogna cambiare per saperci convivere.
ci piaccia o no, per esempio, si vede più porno; anzi abbiamo addirittura conferma per quanto possa essere sorprendente- che la diffusione dell'erotismo da sempre aiuta lo sviluppo della tecnologia.
è quel che è.


la cosa dovrebbe aumentare il rispetto reciproco, come in un grande semivolontario censimento. dovrebbe essere che se "gli altri" fanno cose diverse da quelle che faccio io (e che non ho nessuna intenzione di replicare) ma non fanno del male a nessuno, vadano, facciano, dicano.

ma non è così facile: la Chiesa, tutte le Chiese (specie le monoteiste con il loro dio maschio che assomiglia a un vigile urbano) e molte dittature hanno da dire e si danno molto da fare contro la libertà dei cittadini. per esempio autorizzano l'omicidio degli/delle omosessuali perché in molti paesi "si usa così". scopri poi che la maggior parte di questi stati canaglia (la Russia di Putin, la Cina, la "comunista" Cuba in testa) sono gli stessi che non si presenteranno insieme alla Cina al conferimento del Premio Nobel al dissidente cinese Liu Xiaobo. chissà come mai, questa coincidenza.

ma la vita è dura dappertutto. anche in nazioni modello per i diritti civili come Svezia e Olanda la destra avanza e va al governo. e sarebbe strano non succedesse. ci si può sorprendere che la gente abbia paura degl'immigrati, specie provenienti da paesi islamici i cui governi vorrebbero appunto impalarci o lapidarci?

e nei giorni scorsi in Spagna, una delle nazioni che oggi per i diritti civili è tra le più avanzate al mondo, la Fondazione di una banca la CajaMurcia ha eliminato dalla esposizione di una pittrice Pilar Echalecu i quadri che potevano urtare la sensibilità del pubblico. pose porno? atti sessuali sopraffatori e violenti? no, baci tra 2 uomini 40/50enni.
ok senza vestiti, ma mancavano solo le tendine e il centrino fatto ad uncinetto nel centro tavola!!! la banca che si dice cattolica può perdonare le truffe o - come fa il Vaticano - la bestemmia e il bunga bunga: ma non dire la verità, rispettare, riflettere e valorizzare l'intimità.

certo, se dovesse tornare al governo in Spagna il Partido Popular di Mariano Rajoy -che molti dicono essere una velata- voglio ben vedere come potranno togliere molti dei diritti conquistati con il governo di JLR Zapatero. ma se per ora di può rallentare l'intelligenza la comprensione, perché non farlo?
in Spagna come ovunque la nostra normalità dà fastidio perché annulla la loro, quella della propaganda e del luogo comune. è come riconoscere l'errore commesso contro Galileo: per secoli i nostri fratelli e sorelle "diversi" sono morti di odio e indifferenza, ma era solo convenzione ed interesse.

né l'eterosessualità si può definire una forma di amore superiore perché permette di generare bambini: questo sarebbe un insulto alla dignità della donna che non è una macchina per la procreazione, né è obbligata a questo.

infatti se un Provveditore agli Studi cerca di insegnare questo nella scuola pubblica (è successo la scorsa primavera in Andalusia), con corsi di educazione amorosa e sessuale che spiegano potrebbe capitarti nella vita di amare un uomo, oppure una donna, quali sono le tipicità e le incognite di ogni tipo d'amore... che devi usare sempre o quasi il preservativo, troverà le famiglie cattoliche unite e organizzate (quelle che in italia sarebbero rappresentate da Comunione e Liberazione e farebbero affari milionari con a Compagnia delle Opere) a parlare di "turbamento dei giovani".

per affermare la profonda quotidianità, vorrei quasi dire la "banalità" dell'amore omosessuale, è dalla normalità che bisogna ripartire, dalla bonarietà profonda dei Peanuts o di Eduardo De Filippo. e mi torna in mente la canzone di Mina "Quello lì Quello lì" che parlava dell'innamoramento di lei per un tamarro vicino al banco delle cozze e dei peperoni.

temo sia proprio al supermercato dove dobbiamo imparare -quando abbiamo voglia- di darci un bacio.
siamo noi i Liu Xiaobo dell'amore.

martedì 7 dicembre 2010

CE L'ABBIAMO NEL DIDIETRO!

non so perché abbia un accezione negativa questa espressione. del resto le ragioni dei modi di dire legati alla sessualità sono incomprensibili: in Italia per definire qualcosa di positivo si usa l'organo genitale femminile e per una sciocchezza quello maschile. in Spagna succede esattamente il contrario: "coño" è una scemenza, anche se manca l'attribuzione favorevole legata al membro virile che ci dovrebbe essere per senso di giustizia (solo immaginarlo fa ridere). forse succede quel che capita nel soffritto: semplicemente, noi facciamo il risotto con la cipolla e loro per la paella o altri piatti di riso usano l'aglio.
comunque torniamo al culo: il 1° gennaio scorso, sera della proiezione di "+ o - il sesso confuso", film di del post precedente, andando verso il cinema sono passato davanti alla vendita automatica notturna di una farmacia di quartiere.

altro che "sesso confuso"! a festeggiare la giornata mondiale dell'AIDS c'erano ben disposti tutti i tipi di preservativo (forse complemento troppo poco usato se la preoccupante notizia della settimana è stata che ormai, nella triste gara per il numero di contaminati dall'hiv, gli etero battono spesso gli omo, e molti sono i giovanissimi).
quel che più mi diverte è (foto sopra) l'assortimento di oggettistica erotica tipo vibratori di varia forma e grandezza o le palline da infilare qui e là... sarebbero stati tempo fa esclusiva dei sex shop o di quei malati sessuali dei gay, ed eccoli in farmacia... ma forse tutto è stato sdoganato dal marketing Durex e nobilitato da Corso Como 10 che vende dildo firmati senza troppi problemi.

ma guarda bene. cosa ti spicca sotto le caramelle contro il mal gola, a centro vetrina e quasi ad altezza occhio? immagino quindi sia un articolo molto richiesto, se lo mettono lì, nella vetrina di via Giambellino... è uno scalolotto ingombrante e per niente fashion: il clistere per preparare il rapporto anale!!! né designer item, né cult: semplicemente igiene. e non esiste una comunità di gay sodomiti sfrenati in zona, per quanto io sappia. ma allora hanno ragione le donne quando si lamentano che gli uomini vogliono ormai solo quello! sono cambiate le abitudini del Giambellino quando si passava il tempo nei trani a go-go (leggi osterie). e sono vissuto abbastanza per vederlo.

sabato 4 dicembre 2010

SENZA FARE DRAMMI + o -

ho visto un documentario che merita questo nome. ossia documenta in modo onesto, forte, sincero, semplice. si chiama "+ o - il sesso confuso" e mi piace già dal nome che prende in prestito un cinciafrascamento prenditempo (odio i modi di dire tipo "cioè", "al limite", "quant'altro") per parlare di un tema complesso; anzi -per contrappunto- quel "più o meno" di chi non ha argomenti coincide linguisticamente col destino di essere sieropositivi o sieronegativi. senza fare troppi drammi. la morale che mia madre darebbe probabilmente del film è "siamo qui di passaggio". la mia è "speravano di toglierci dalle palle alla svelta".

se ti capita, non perdere "+ o - il sesso confuso. racconti di mondi nell'era Aids". oppure compralo. perchè andrebbe trasmesso alle 8 di sera in TV, ma non succederà.
"+ o - il sesso confuso" documenta tante cose strettamente intrecciate fra loro in modo complesso e scioglie i nodi / le difficoltà attraverso le testimonianze personali di una ventina di persone (ben scelte!), e con intelligente successione riesce a distribuire temi difficili su una scala temporale.
"+ o - il sesso confuso" ricorda prima di tutto la sberla ricevuta dagli omosessuali come singoli e "comunità" all'arrivo dell'hiv (come ricorda Andrea Pini, il virus ha messo in ginocchio i primi tentativi di costruire qualcosa di coerente gay o lesbico in Italia. dalla malattia non c'era nessuna salvezza, anzi all'inizio non c'era nessuna cura, semplicemente aspettavi di morire*. se non bastava questo i malati avevano anche un mondo di merda intorno a loro. ad esempio, un valente e combattivo sacerdote racconta che le famiglie non rispondevano alle sue lettere o rispedivano la fede d'oro o l'oggettino che il morto gli aveva pregato di spedire loro come ricordo. "figlio di un cane" in questo caso è un'offesa ai cani.
documenta anche che l'AIDS non è purtroppo stato un'occasione di crescita umana per l'intera società: anzi proprio il fatto che andasse a colpire con preferenza comportamenti con cui la società umana fatica a fare in conti (e su cui le Chiese o le industrie farmaceutiche fanno invece conto, eccome) non ha permesso di affrontare l'emergenza come si sarebbe potuto. l'hiv è un virus simbiotico con l'ignoranza e il pregiudizio.

"+ o - il sesso confuso" ha poi il coraggio di affrontare il tema del barebacking (ossia farlo senza condom, come scelta intenzionale o per provare un piacere più intenso) e ha il coraggio di dire che è ormai un comportamento di massa. per i gay dov'è forse sintomo della mancanza di autostima (suicidio collettivo? sindrome di James Dean?). comincia a dire come stanno davvero le cose, come se gli omosessuali non avendo poco da perdere si giocano alla roulette russa anche quello. gli etero, poveretti, neppure si pongono il problema. anzi, intervistati in una scuola, i ggiovani dicono che basta la pillola, e una cretinetti qualsiasi arriva a dire - anno 2010 - chi lo deve usare sono forse gli omosessuali che "se la sono cercata".
ma le ragioni di chi non vuole usare la gomma sono presentate, e in un paese dove la parola "preservativo" non si poteva neanche pronunciare in TV (fu una rivoluzione con il governo Prodi se Livia Turco, Ministro della Salute, lo permise), dove tutti lo infilano facendo finta di niente, come le passione fosse una scusa.

"+ o - il sesso confuso" dice anche una cosa straordinaria dal punto di vista scientifico, che non sapevo: che se tutti facessimo regolarmente il test, e lo si identificasse subito si potrebbe controllare il virus e metterlo in un angolo, abbassarne la presenza e la pericolosità F_I_N_O___A___R_E_N_D_E_R_L_O Q_U_A_S_I___I_N_E_R_T_E.
purtroppo è davvero difficile perché è l'hiv è un virus che fa comodo: mette in gioco la percezione che abbiamo di noi stessi, porta in campo la morale e le paure, si muove nella zona meno codificata dell'esistenza e soprattutto dà una bella mano a interessi di dominio spirituale della Chiesa prima e profitti delle case farmaceutiche.
ovvio, se questa chiamata alla responsabilità collettiva permettesse di eliminare davvero il virus sarebbe una bella sfida, e richiederebbe poco più che una vaccinazione! ma non vedo proprio chi abbia il titolo, la forza e la voglia di esserne propulsore.

a coerente epilogo di quel che il documentario denuncia, il 1° dicembre 2010 (giornata mondiale dell'AIDS) alla proiezione presso il cinema Mexico di Milano (forse mal pubblicizzata) eravamo al massimo 10 persone, tra cui il presidente della Lila Milano. anche questo dobbiamo dire, mentre i bar, le saune e i sex club erano pieni.

"+ o - il sesso confuso. racconti di mondi nell'era Aids" ha anche un bellissimo sito web. facciamogli onore lì, e spero il sito del film si trasformi in qualcosa di più.

*** lo so bene: negli anni più duri dell'epidemia senza medicine sono stato ricoverato nel tristemente noto reparto infettivi dell'Ospedale Sacco di Milano per epatite A. ero isolato -pur non essendo direttamente infettivo- e dovevo parlare con chi veniva a trovarmi tramite un telefono di gommapiuma da dietro il vetro.
mi ricordo che una volta vidi passare nel corridoio per far visita a un paziente un uomo bellissimo, tipo orso, con un mazzo di rose rosse. davvero difficile non notarlo. non dimenticherò mai la sua dignità che faceva a pugni con una rassegnazione senza misura. era mio fratello. e da quel giorno aspettavo passasse, nella speranza di fargli un cenno e consolarlo (capirai che consolazione, un tipo in pigiama che ti sorride dall'acquario). ho ringraziato per i 20 giorni 20 del ricovero il mio brutto carattere, il fatto di "non piacere a molti" o che -figlio di gente comune- avessi dovuto studiare con ben poco tempo libero per scopare. e benedette le mie pretese di trovare principe azzurro senza sperare di trovarlo in un parco. ero ricoverato per epatite, e sapevo di aver avuto un gran culo.