domenica 3 aprile 2011

GRAZIE, JOSE' LUIS.

rischierò il patetico e il sentimentale e l'ovvio ma devo scriverlo: grazie, José Luis.
sei stato il mio Presidente, mi hai fatto sentire europeo, mi hai fatto capire che c'era una Spagna diversa (mostrandola al mondo intero), gente bella e libera dentro che voleva la riscossa, che esisteva un modo differente di pensare e mettere in pratica il socialismo (ossia la vita in comune per come la vede un progressista).

José Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato ieri ai suoi compagni - e non in TV o ai giornali, Nota Bene - che non si ricandiderà per la terza volta a leader del PSOE (e della sinistra spagnola). come aveva promesso i suoi mandati sarebbero stati 2 e stop, uscendo elegantemente di scena dopo essere stato insultato in tutti i modi da destra e da sinistra perché ha pagato le spese di una crisi economica senza precedenti, per la sua presunta incapacità di risolvere alcuni nodi fondamentali (che forse era il suo Paese a non saper/voler risolvere) e certamente anche per una certa ingenuità o cautela nell'agire in quanto a materia economica e sviluppo.

ma - con tutte le critiche che gli si possono fare e che merita - JLRZ lascia una Spagna moderna, leader mondiale nel pensare avanti con quel suo sorriso da Bambi che gli hanno subito rimproverato come fosse un difetto; già il lurido soprannome datogli dai nemici a me confermava che erano machisti e fascisti, e me l'ha fatto sentire amico.
è un tipo di persona a me chiarissima: è il "miglior amico etero" di ogni gay, quello la cui moglie/compagna è per noi una sorella (cool o casinara), quello che non si sente messo in difficoltà o discussione dal desiderio che un uomo potrebbe provare per lui, perché semplicemente non gli interessa.

io come lui credo nelle donne, nell'ascolto, intesa e valorizzazione delle donne per cambiare il mondo. così sono stato educato. anche mio padre era un socialista (anzi un comunista) gentile. ricordo ancora tutte le donne che hanno applaudito il mio breve e improvvisato discorso al funerale laico nei giardinetti del quartiere dove viveva.

voglio celebrare Josè Luis come un amico, con una foto del mio balcone e i panni stesi ad asciugare questo momento che mi riempie, come dire, di saudade, triste malinconia e consapevolezza della vita, un po' d'inquietudine e smarrimento. è molto peggio che se Lou Reed smettesse di cantare o Pedro Almodovar di fare i film. da oggi sono meno sicuro che "là" (nei piani alti della politica) ci sia qualcuno che mi ama.
infatti Zapatero ci invita a combattere tutti, perché nulla è garantito come "conquistato per sempre", e ricorda a tutti che in politica non è il solo leader a fare il cambiamento, e non si può sempre essere il miglior atleta, dunque si fa da parte. (a proposito... quanta modestia e umiltà paragonato alle mummie della sinistra italiana, davvero sinistra e inquietante. nella foto, col dito copro della copertina il nome di chi ha scritto la prefazione -non essendone assolutamente all'altezza- Baciapile Veltroni).

sia detto che lo celebriamo noi "non spagnoli" ancor più di quanto fanno in Spagna: potremmo paradossalmente dire che succede perché il Presidente è più avanti di loro. speriamo riusciranno ad accorgersi di questo con umiltà per conquistare tenacia nelle lotte che ci aspettano, per tenere la direzione. qualcuno lo fa.

è come se oggi comparisse sullo schermo della vita/film il cartello
(continua)
e ora in questo mondo sballato con le acque del mare inquinate dal plutonio, popoli islamici che guarda un po' non vogliono le fatwa ma la democrazia (!), toccherà a ciascuno di noi portare avanti, insieme e nel privato, giorno dopo giorno, la sfida del socialismo gentile.